Insomma, prima o poi capita. Anzi prima o poi deve capitare. E la bravura sta nel superarlo.
Trovare nuove idee, gestire le critiche, non buttarsi giù se il feedback tarda ad arrivare.
La prima cosa da fare è cercare nuovi argomenti, nuovi spunti di riflessione, preferibilmente inediti, quindi niente storie di maschi, figure barbine, riflessioni che includono tra i termini di paragone il cibo (o all'opposto la cacca). Mmmhhh...Vabbè.
Poi c'è la questione delle critiche.
Troppo seriosa, troppo introspettiva, taglio troppo adulto, non più cazzone, per usare le precise parole, condito infine con un "troppo remissiva", che con il blog non c'entra niente però dato che gran parte delle costruttivissime critiche sono giunte dalla stessa persona, per completezza ho aggiunto anche questa.
Questo è il punto più difficile da affrontare nella gestione di un calo di popolarità, e forse anche quello più importante per il ristabilimento dello status quo. Indi per cui, dato l'eccessivo livello di seriosità, introspezione, adultezza e -soprattutto- remissività, la soluzione più adatta è urlare un sonoro e ben scandito va a caghèr...
A questo punto, quel che è fatto è fatto, e come un buon contadino, bisogna aspettare i frutti di quel che si è seminato. E se il feedback dovesse non essere all'altezza delle aspettative, vorrebbe dire che mi troverei a gestire una vera e propria crisi, e forse sarei costretta a rivolgermi a quel pazzo che un giorno mi chiamò "occhiali verdi", ché le crisi le gestisce per lavoro ('annamo bbene...).
Ehhhh, quant'è vvvero che si raccoglie quel che si semina...