Odio il Giovedì.
Non si capisce se fa già parte del week end, oppure è necessario viverlo ancora concentrati negli impegni settimanali. Inoltre ho riminescenze liceali che lo inquadrano come quel giorno con "tre ore di latino e l'ultima di filosofia" insomma, una di quelle belle giornatine sfiancanti, in cui devi spremere il cervello fino all'ultimo minuto. Ora poi è il giorno dei ricevimenti dei prof, o del turno di 6 ore a lavorare. E non c'è neanche qualcosa di bello da vedere in tv, cazzarola.
L'unico modo per cambiare idea sarebbe quello di viverne uno veramente pazzesco, pieno di emozioni, di quelli che ti svegli tesa per tutti gli impegni che ti aspettano, e vai a dormire esausta ma con un sorriso a 32 denti.
Un caso del genere potrebbe essere - in via ipotetica - un Giovedì di inizio giugno, giorno di un appello universitario importante, durante il quale, dopo aver massacrato 20 inermi studenti, la Prof esca dal suo studio e dica "ragazzi, è tardi, è l'ultimo appello prima dell'estate e io sono stanca. Quindi facciamo che vi verbalizzo il voto che avete preso allo scritto senza interrogarvi", e nello scritto in questione tu abbia preso 30 e lode. Tutto ciò sempre in via ipotetica.
Proseguendo, dovrebbe anche verificarsi per una curiosa congiunzione astrale, che l'uomo, il mito, la leggenda (dall'omonimo gruppo su facebook), sia in città per giocare una partita di beneficenza, e che allo stesso tempo tu abbia la possibilità di assistere alla stessa da bordo campo, potendo così essere a non più di 5-6 metri dalla tua maggiore ossessione degli ultimi 12-13 anni. A 5 o 6 metri da lui, e da altri idoli di lungo corso, ovviamente.
Ecco, solo se si verificassero tutta questa serie di avvenimenti, in quest'ordine, potrei cambiare idea.
Che dicevo all'inizio?!?!
Ah, amo il giovedì...
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